Solve et Coagula

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Solve et Coagula

Mostra fotografica di Alan Marcheselli

‘Solve et Coagula’ è il processo di trasformazione alchemico che si basa sulla pratica dello ‘sciogli e riunisci’, ovvero quel processo che parte dalla distruzione della forma e della materia per liberare quest’ultima da tutte le impurità, fino a ridurla all’elemento che l’aveva generata, per essere poi ricostruita in altro, differente, aspetto.

Così Alan Marcheselli scompone la Polaroid, la scioglie e la libera da tutto ciò che non è immagine, fino a ottenere un’emulsione, un semisolido di pochi micron di spessore, che plasma in nuova veste su una superficie nobile come la carta cotone sino a farla solidificare e a rendervi l’immagine iniziale trasmutata.

Solve et Coagula nasce tra le afose vie di Arles (Francia) dove, complici un piccolo rigattiere e alcuni libri ottocenteschi, è maturata l’idea di ricreare un mondo perduto trasformando l’immagine con l’intento di riportarla indietro nel tempo. Ispirandosi agli albori della fotografia, Marcheselli realizza ritratti semplici e immediati, allegorie di arti e di mestieri rappresentate da giovani fanciulle che posano dinnanzi alla fotocamera in modo ironico e talvolta sensuale.

In esposizione un’ulteriore selezione di 8 immagini corali, elaborate e dipinte a mano, sempre con la tecnica del solve et coagula, ma realizzate per essere presentate oltre che in originale anche in stampa fine art in formato 80X80 cm.

Il progetto espositivo inaugura venerdì 24 Gennaio alle ore 18.30 e rientra nel programma Art City Segnala. In occasione di Art City White Night – Sabato 25 Gennaio – la Galleria Paoletti sarà inoltre animata dalle Incursioni Teatrali dell’attrice Martina Sacchetti che, accompagnata da una ballerina mescolata al pubblico della galleria, interpreterà personaggi e brani ispirati alle opere in mostra amalgamando così fotografia, teatro, danza, immagini e parole.

L’autore

Alan Marcheselli, Sassolese, classe 1971, autodidatta, nel 1987 dopo alcune collaborazioni come fumettista con case editrici italiane inizia la professione di grafico e Designer presso una azienda di design di interni, dove sviluppa la sua passione per la fotografia nello studio aziendale, nel 1989 inizia l’attività imprenditoriale nel campo del design ceramico industriale che seguirà fino al 2010.
Il primo amore è Warhol di cui conosce le opere a 12 anni in una Piccola Galleria Riccionese, raggiunta l’adolescenza la costante ricerca di immagini lo porta a Scoprire Nobuioshi Araki delle cui Polaroid si innamora perdutamente, successivamente, complice l’incontro con le opere di Maurizio Galimberti, matura l’amore per la fotografia istantanea, inizia cosi un percorso formativo che lo porta a sperimentare per alcuni anni i materiali istantanei sino a concretizzare il primo portfolio ( I Believe ) presentato poi nella sua città natale e divenuto mostra itinerante.
Bilanciando la passione per la fotografia e gli impegni lavorativi produce ed espone costantemente in Italia e all’estero ricevendo riscontri positivi da parte della critica, con la chiusura di Polaroid nel 2007 e il successivo ingresso sul mercato di The Impossible Project ( ora Polaroid Originals ), ricomincia la sperimentazione con i nuovi materiali, divenendo in breve collaboratore della neonata azienda per i quali dal 2008 ha realizzato oltre 400 corsi e workshop in Italia e all’estero anche in collaborazione con NITAL importatore ufficiale dei prodotti IMPOSSIBLE/POLAROID ORIGINALS.
Nel 2010 fonda insieme a Carmen Palermo il social network www.Polaroiders.it , per raccogliere in un unico contenitore virtuale tutti gli artisti istantanei italiani e decide di dedicarsi esclusivamente alla fotografia istantanea, nel 2011 dà vita in sempre in collaborazione con Carmen Palermo a ISO600 il primo festival della fotografia istantanea che tra edizione principale e ” on the spot ” è giunto oggi alla decima edizione.
Dal 2013 gestisce MYINSTANTLIFE l’unico spazio italiano interamente ed esclusivamente dedicato alla fotografia istantanea .

Filosofia istantanea

Chiamatemi Polaroider.
Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o troppi pixel tra le mani e nulla di particolare che mi interessasse nei sensori CCD o CMOS, pensai di darmi alla fotografia integrale e vedere la parte istantanea del mondo.
E’ un modo che io ho di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione.
Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende un maggio umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi a fotografare al più presto.
Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola.
Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto a scattare istantanee.
Non c’è nulla di sorprendente in questo.
Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l’altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso la fotografia.

Alan Marcheselli